Nel 1981 emergono per la prima volta alcune forme di immunodeficienza con grave infezione polmonare a carico di persone giovani appartenenti a comunità specifiche negli Stati Uniti. Fino alla metà degli anni ’90 l’infezione era difficilmente curabile con conseguente elevata mortalità. Il 1996 segna una tappa importante nell’evoluzione del decorso dell’infezione: l’introduzione della terapia combinata ad alta efficacia (HAART), consentendo un’aspettativa di vita più lunga nonostante i rilevanti effetti collaterali dei farmaci. Nei decenni successivi altri farmaci, in opportune combinazioni, hanno migliorato ulteriormente la qualità di vita, sia pure senza una completa guarigione.
L’evoluzione della ricerca ha prodotto farmaci che riescono a bloccare la replicazione del virus con successo, al punto che nel sangue non è nemmeno più rilevabile. Se a fine degli anni ’90 un paziente poteva arrivare a prendere quasi trenta pillole al giorno, oggi può bastare una sola compressa e in futuro potrebbero essere sufficienti singole iniezioni mensili (long acting drugs, farmaci ad azione prolungata).
Molto è stato fatto ma c’è ancora tanto da fare per il prossimo decennio: diagnosi precoci, promozione del test, aiutare persone a seguire i trattamenti terapeutici, la qualità dell’invecchiamento, la prevenzione tra i giovani, la comunicazione efficace.
OBIETTIVI
Il convegno ha come obiettivo quello di fare il punto della situazione su terapia antiretrovirale, effetti collaterali, vissuti dei pazienti, esplorando i profondi cambiamenti e miglioramenti avvenuti negli anni.
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