La più alta espressione dell’empatia è nell’accettare e non giudicare.
(Carl Rogers)
Si tratta di una forma di bullismo e cyberbullismo, che si configura come una presa di mira di aspetti corporei dell’altra persona, letteralmente si può tradurre in far vergognare del proprio corpo. Quando qualcuno pratica questo tipo di bullismo denigra e svaluta verbalmente l’altro utilizzando una caratteristica del suo corpo, che può riferirsi a qualsiasi aspetto, altezza, magrezza, colore dei capelli, forma del viso… Molto spesso questi “bulli” prendono di mira aspetti del corpo dell’altro che sono già fonte di insicurezza o vergogna per quella persona. Solitamente dalla vittima stessa queste caratteristiche vengono considerate negative, e quindi la loro percezione negativa si acuisce quando avvengono questi episodi di bullismo. La tipologia di body shaming più diffusa è quella riguardante la forma fisica e l’eccesso di peso. Non dimentichiamo che l’immagine corporea di una persona non riguarda solamente le sue caratteristiche fisiche, ma si forma nella sua mente anche integrando le esperienze passate, la sua personalità e gli aspetti più socio – culturali in cui è inserita, inoltre dalle ricerche è emerso che soggetti che hanno subito body shaming in infanzia o nella prima adolescenza hanno un rapporto peggiore con il cibo, arrivando anche a sviluppare dei veri e propri disturbi alimentari.
Social o società?
Questo fenomeno sembra sempre più dilagante sui social, ciò implica che il fenomeno non è più così limitato, ma dilaga molto velocemente, coinvolgendo un gran numero di persone, e connotandosi di conseguenza più come un problema sociale che individuale e circoscritto.
Quando il body shaming viene agito attraverso i social, questi fanno da filtro tra la vittima e il bullo, dove quest’ultimo non è esposto allo stesso modo del bullismo vis a vis ma riesce a proteggere la sua identità e non ha un feedback immediato della reazione della vittima, percepisce quindi le conseguenze di questa azione in maniera attutita. Questi haters si connotano per mancanza empatia e di assunzione di responsabilità delle proprie azioni, essi non sono in grado di prendere coscienza dell’impatto emotivo che questo agito avrà sulla vittima e di conseguenza neanche dei risvolti negativi per quella persona.
Auto – oggettivazione
Alla base del body – shaming c’è l’auto – oggettivazione del proprio corpo, per cui oggi l’apparenza è molto importante e spesso il valore di un individuo viene dato in base al suo aspetto esteriore, quindi il corpo diventa come un oggetto da valutare. Quando questo meccanismo viene interiorizzato dalle persone anch’esse tenderanno a valutarsi in base al proprio aspetto e quindi arrivaranno all’auto – oggettivazione, portandoli quindi ad impegnarsi per raggiungere gli standard socialmente accettati per essere socialmente realizzati. Questo meccanismo sembra essere maggiormente frequente nelle donne che negli uomini, sebbene anche in quest’ultima categoria è in aumento.
Conseguenze del fenomeno
Il giudizio negativo diffuso attraverso il boby shaming ha effetti chiaramente avversi sulle vittime, oltre a fargli provare sentimenti negativi, colpa e vergogna sono quelli più frequenti, questo tipo di bullismo va a colpire l’autostima delle persone.
Le conseguenze più gravi che si possono verificare dopo episodi di body – shaming sono, oltre all’insorgenza di disturbi alimentari, reazioni depressive, disturbi legati all’ansia, aumento dello stress, ed infine tendenza all’evitamento per il timore di essere giudicati.
Non solo adolescenti ma anche personaggi pubblici sono e sono stati vittime di body shaming, un aspetto positivo della diffusione di questo fenomeno sui social è che c’è una forte mobilitazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema. È fondamentale il rispetto di sé e dell’altro, l’accettazione delle caratteristiche corporee di ognuno di noi, senza tuttavia estremizzare nessuna posizione come accade con alcuni movimenti sorti negli ultimi anni.
Alcuni consigli:
– Ridurre il valore che viene dato ai social, cercando nelle relazioni “reali” delle risorse positive
– Dedicarsi ad attività gratificanti per aumentare la propria autostima
– Riconoscere le proprie difficoltà per chiedere aiuto ed affrontarle adeguatamente
– L’umore influenza la percezione del nostro corpo, quando siamo tristi o arrabbiati ci vediamo più brutti e imperfetti, quando il nostro umore è positivo abbiamo una visione migliore di noi.
Tania Morelli
Nata a Trento nel 1990, dopo la laurea in Studi Internazionali ha scelto di modificare il proprio percorso e si è avvicinata alla psicologia. Durante un periodo in cui ha vissuto in Germania si è interessata all’integrazione degli italiani nel Paese, argomento della sua tesi di laurea con la quale si è laureata in Psicologia clinica presso l’Università degli Studi di Torino nel 2017. L’interesse per la giurisprudenza l’ha portata a concludere un Master in Psicologia Giuridica presso l’ITAT di Torino e dal 2019 collabora con il Tribunale di Trento come consulente psicologo. Tania è specializzanda in psicoterapia dinamica integrata presso il Centro Psicologia Dinamica di Padova.
Si è avvicinata al mondo delle dipendenze grazie al tirocinio post lauream ed attualmente lavora presso la Comunità Terapeutica la Casa di Giano ed è referente del Centro ascolto per Trento e la Valle dei Laghi