Abbiamo saputo della pandemia dai media. Veniva dalla Cina ed era contagiosa e pericolosa.
Il primo mese non ci riuscivamo a credere. Era lontano, come se non ci toccasse. Ma su questa terra tutto viaggia veloce, i pensieri, i container, la gente e anche il virus.
Era scoppiato a Milano ed era grave.
Noi che a Milano abbiamo un pezzo di cuore eravamo preoccupati e impotenti, ma con tante telefonate abbiamo cercato di capire e condividere questo momento. Poi il virus è arrivato anche qui da noi e hanno chiuso tutto. I primi momenti ero contenta che non dovessi recarmi al lavoro che tanto non mi piace. Eravamo sempre insieme io e Mauro, perché lui sa quanto sono indifesa davanti alle tragedie e io so che bisogna frenarlo, Mauro, davanti alle stesse tragedie. Perché lui è un sopravvissuto degli anni 80 e dunque “vaccinato”. Ci consigliavano di lavarci le mani e come lavarle, il web si riempiva di fake ed eravamo smarriti. Una malattia ci stava togliendo la libertà: dovevamo stare a casa, andare al supermercato più vicino e in tv non si parlava di altro. Abbiamo fatto amicizia nel vicinato, abbiamo fatto del buon cibo e lunghe telefonate con chi non sentivamo da anni. Era tutto più lento, più vicino, più vero.
Eravamo, Mauro ed io, più uniti che mai ma la preoccupazione per i nostri cari era tanta. Un grande silenzio, una scena surreale la città, tanta preoccupazione. Per fortuna abbiamo i telefoni e possiamo raggiungere tutto il mondo. Ma se da una parte la rete è utile, dalla altra sono nati tanti siti di disinformazione parecchio fastidiosi. Categorie da evitare, da controbattere.
Io ho sempre cercato di stare alle regole e speravo in un unità globale, avevamo paura tutti e speravo che tutti insieme potessimo fare la nostra parte.
L’impotenza che ho provato davanti al covid non la dimenticherò mai. E non dimenticherò nemmeno le tre settimane di lockdown in “residenza Marighetto”. Eravamo uniti più che mai. Il lato buono del nostro essere è stato amplificato ma so che nessuna paura può unire la terra.
Vorrei che il covid perda carica, e a chi si lamenta delle mascherine vorrei ricordare che il senso civico è un dovere verso di noi e verso gli altri
(Laura)
3 Commenti. Nuovo commento
Hai usato parole esatte… smarriti, impotenti, indifesi. Questo isolamento almeno per un po’ ci ha reso consapevoli che siamo tutti sotto lo stesso cielo. Peccato che poi ce ne dimentichiamo velocemente.
Purtroppo tutto è vero! Speriamo che non torni questa pandemia… e ci faccia isolare da tutti gli amici e persone care! Un forte abbraccio a chi si sente solo…
A tutti di prevenire il meglio possibile!
GRAZIE LAURA MI HAI EMOZIONATO. MANDO UN ABBRACCIO FORTE E VERO A TE E A MAURO.. NOI SOPRAVVISSUTI.. A PRESTO ANDREA BZ.