MURETTI A SECCO
L'ARTE DEI MURETTI A SECCO PATRIMONIO DELL'UNESCO
Il Comitato per la salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, nel 2018, ha iscritto l’”Arte dei muretti a secco” nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO.
“L’arte dei muretti a secco consiste nel costruire sistemando le pietre una sopra l’altra, senza usare altri materiali se non, in alcuni casi, la terra asciutta. Queste conoscenze pratiche vengono conservate e tramandate nelle comunità rurali, in cui hanno radici profonde, e tra i professionisti del settore edile. Le strutture con muri a secco vengono usate come rifugi, per l’agricoltura o l’allevamento di bestiame, e testimoniano i metodi usati, dalla preistoria ai nostri giorni, per organizzare la vita e gli spazi lavorativi ottimizzando le risorse locali umane e naturali. Queste costruzioni dimostrano l’armoniosa relazione tra gli uomini e la natura e allo stesso tempo rivestono un ruolo vitale per prevenire le frane, le inondazioni e le valanghe, ma anche per combattere l’erosione del suolo e la desertificazione.
MURI A SECCO. ARTE E TERAPIA
I muri a secco, a Casa di Giano a Santa Massenza, disegnano un paesaggio rurale straordinario. Rappresentano una vera e propria opera d’arte.
I muri costruiti con i sassi stanno rivivendo in questi ultimi anni un’insperata stagione di consapevolezza collettiva. Un tesoro rilanciato in tutto il mondo quale modello avanzato di uno sviluppo nuovo, capace di generare lavoro e ricchezza senza consumare la natura.
In Italia risultano censiti 170mila chilometri di muri a secco, quelli stimati sono oltre 300mila. Gli ettari di campi terrazzati sono altrettanti.
Costruire un muro a secco è come generare una persona.
Nasce qualcosa di vivo, per esistere gli occorre un’etica: può essere bello, ma se non ha sostanza prima o poi crolla. Durare impone equilibrio e per questo conta quello che c’è dietro: servono tutte le virtù, ma è il difetto a connotarlo nel tempo.
I sassi sono come gli uomini.
Tutti possono essere buoni. Basta saperli vedere: allora te lo dicono loro in quale posto devono stare. I sassi si tolgono dalla terra e si mettono in ordine per non perderla. La posizione delle cose: è questa, da sempre, che decide chi ce la fa e chi no.
ENAIP Villazzano e ospiti della Casa di Giano
insieme per costruire muri in pietra a secco
Il Centro di Formazione Professionale ENAIP di Villazzano ha inserito nel percorso del IV anno “Tecnico Edile” un modulo teorico-pratico per approfondire le tecniche di posa del porfido. La formazione viene realizzata in partnership e vede l’intervento di maestri artigiani che, oltre ad essere professionisti del settore, hanno sviluppato specifiche esperienze e competenze nella trasmissione del sapere.
Tre le novità dell’edizione 2019: il focus sulla realizzazione di muri in pietra a secco e il lavoro su una commessa reale, ristrutturare un tratto di muro di proprietà della comunità di accoglienza Casa di Giano a Santa Massenza; la formazione, svolta, una prima parte presso i laboratori della scuola e la seconda parte presso Casa di Giano, ha coinvolto anche alcuni ospiti della comunità. Nelle 32 ore di formazione teorico-pratica sono state analizzate le principali tipologie, caratteristiche e tecniche di posa dei materiali, è stato fatto qualche accenno di geologia, sono state esaminate tutte le fasi realizzative e di manutenzione di un muro in pietra a secco. Nella formazione pratica, i giovani allievi dell’ENAIP e gli ospiti della casa di Giano, guidati dai due Maestri Artigiani Chemolli e Savoi, hanno lavorato gomito a gomito, cimentandosi nella ricostruzione di un muro a secco ammalorato.
A tutti gli allievi del corso è stato consegnato un attestato durante una cerimonia pubblica presso l’Associazione Artigiani, alla quale hanno partecipato l’Assessore all’artigianato, commercio, promozione, sport e turismo Roberto Failoni, il Presidente provinciale di Associazione Artigiani Marco Segatta e il Direttore Generale Nicola Berardi, la Direttrice di ENAIP Villazzano Paola Coccia, Iva Berasi, Direttrice di Accademia della montagna (area di Tsm dove ha sede la Scuola trentina della pietra a secco), Claudio Mimiola, docente presso ENAIP Villazzano e coordinatore del progetto, Stefano Pedrotti e Andres Restrepo, operatori di Casa di Giano e il Presidente del CTS Marco Pederzolli, Massimiliano Chemolli, Presidente Categoria Porfido e Maestro Artigiano, che insieme al Maestro Artigiano Ermanno Savoi, ha progettato e tenuto il modulo formativo. Gli allievi di ENAIP Villazzano e gli ospiti della Casa di Giano coinvolti nel progetto sono intervenuti con due testimonianze ed hanno raccontato il grande entusiasmo per questa esperienza, che ha permesso loro di conoscersi reciprocamente, di condividere momenti di studio, lavoro e conviviali, di imparare le tecniche di costruzioni di muri a secco e di realizzare un’opera che rimarrà nel tempo.