Il reinserimento abitativo e socio-lavorativo continua e completa un lavoro già effettuato nelle fasi precedenti. Consente di verificare quanto acquisito durante il percorso precedente nel contesto esterno, in una situazione di minore protezione strutturale tale da facilitare la progressiva acquisizione di autonomia personale. Quest’ultimo modulo è risultato di “alta criticità” nel percorso di ogni singolo ospite. Essendo la fase più delicata di tutto il percorso l’equipe educativo-terapeutica deve saper aiutare l’utente a riconoscere gli elementi a rischio e confrontarsi su questi, onde evitare comportamenti pericolosi e di chiusura relazionale che potrebbero comportare la ricaduta nell’uso di sostanze. L’obiettivo della riabilitazione è intesa come possibilità graduale ma effettiva, di emanciparsi dalla struttura residenziale e di raggiungere un adeguato livello di autonomia per un potenziale e auspicabile inserimento sociale.
In questa fase gli utenti iniziano a sperimentarsi in contesti socio-lavorativi interni/esterni, inizialmente in modalità part-time, in modo da portare avanti gli impegni e le attività previste dal progetto (colloqui individuali, gruppi terapeutici e altre attività comunitarie). In seguito gli utenti dovrebbero accedere ad una fase avanzata, con un impegno lavorativo a tempo pieno.
Obiettivi specifici:
- Area occupazionale: recupero e sviluppo delle competenze professionali individuali;
- Area degli aspetti gestionali: autonomia economica e residenziale possibile;
- Area sociale: integrazione.
Il progetto, finalizzato al reinserimento nel tessuto sociale di persone che hanno fatto un percorso terapeutico-riabilitativo è previsto per non più di 5-8 utenti con capacità di vita personale e sociale e che godono di un buon compenso psico-fisico tali da consentire loro di vivere autonomamente alcune fasi della giornata senza la continua presenza di operatori.
In tutti i moduli, accanto ai responsabili terapeutico ed organizzativo ed agli operatori che seguono il vissuto quotidiano ed effettuano colloqui settimanali, opera in stretta collaborazione con i medici di riferimento del servizio pubblico, un consulente psichiatra che effettua 7 ore settimanali. Egli ha il compito di monitorare la terapia farmacologica già prescritta e secondo necessità modificarla; è inoltre chiamato a gestire le improvvise crisi degli utenti presenti in struttura.