“Mangiare nel modo giusto non solo previene la malattia, ma genera anche la salute e un senso di benessere fisico e mentale.”
T. COLIN CAMPBELL
Fin dalla nascita il cibo l’alimentazione fanno parte delle nostre vite virgola non solo come elemento nutritivo che soddisfa un bisogno primario per il bambino ma diventa fondamentale per il suo sviluppo sociale e psicologico. Il cibo divento un mediatore nella relazione tra sé e il mondo esterno, attraverso l’alimentazione il neonato instaura la prima relazione significativa e getta le basi per lo sviluppo dell’attaccamento. Il momento del pasto, quindi, diventa un’occasione di incontro, inoltre nelle prime fasi dello sviluppo mangiare comunicare diventano inseparabili in quanto unica modalità di comunicazione per il bambino. Quindi il cibo non risponde solo al bisogno primario dell’alimentazione ma anche al bisogno di cura virgola di scambio e di affetto, Influenzando il rapporto cibo emotività per il resto della vita. la qualità di questo rapporto dipende anche dalla capacità della madre di interpretare in modo adeguato i bisogni manifestati dal piccolo, che comunica solo attraverso il suo pianto. attraverso la risposta adeguata segnali di bisogno nutritivo il bambino riesce a sviluppare la sensazione che la fame sia una risposta distinta dagli altri bisogni, al contrario se la madre non risponde in maniera adeguata alle richieste trasmette al bambino un senso di confusione, anche nella distinzione tra bisogna nutritivo e altri tipi di bisogni.
Facendo un esempio se il bambino che piange non perché ha fame viene dato il biberon o un biscotto può portarlo ad associare il cibo a una cura per tutte le esperienze spiacevoli, pertanto, si svilupperebbe un possibile rapporto distorto con il cibo o con l’atto di alimentarsi.
Come possiamo utilizzare il cibo in maniera distorta in età adulta?
A volte possiamo utilizzare il cibo per appagare un bisogno o cercare conforto oppure allontanarci dal dolore, quindi è evidente l’interconnessione tra cibo ed emozioni per noi esseri umani. Quando vogliamo sentirci meglio e utilizziamo il cibo per farlo, sceglieremo cibi che stimoleranno la produzione nell’immediato un’elevata quantità di endorfine, tuttavia l’effetto svanirà a breve e sul lungo periodo produrranno effetti negativi anche a livello psicologico. La possibilità di utilizzare il cibo in maniera disfunzionale aumenta nei casi in cui la persona abbia un disagio marcato o un grado di autostima eccessivamente basso.
Possiamo parlare di alimentazione emotiva, quando mangiamo non perché abbiamo fame ma quando siamo spinti da un pensiero fisso legato ad emozione sgradevole difficile da gestire o addirittura da riconoscere. Questo tipo di alimentazione si presenta in molti disturbi alimentari, oppure anche associato ad altre problematiche come nei disturbi di personalità.
I disturbi alimentari
Nel DSM – 5 sono inseriti e riconosciuti alcuni disturbi alimentari, questo dimostra ancora una volta come sia forte il legame mente – corpo e di quanto il benessere psicologico vada poi a riflettere su un equilibrio nelle abitudini di vita. La definizione di disturbo della nutrizione e dell’alimentazione che troviamo nel Manuale dell’American Psychiatric Association è la seguente:
“I disturbi della
nutrizione e dell’alimentazione sono caratterizzati da un persistente disturbo dell’alimentazione o di comportamenti collegati con l’alimentazione che determinano un alterato consumo o assorbimento di cibo e che danneggiano significativamente la salute fisica o il funzionamento psicosociale”.
I disturbi trattati al suo interno sono i seguenti:
1. Pica
2. Disturbo di ruminazione
3. Disturbo di evitamento/restrizione dell’assunzione di cibo
4. Anoressia nervosa
5. Bulimia nervosa
6. Disturbo da alimentazione incontrollata
7. Disturbo della nutrizione o dell’alimentazione con specificazione
8. Disturbo della nutrizione o dell’alimentazione senza specificazione.
Il DSM non inserisce tra questi disturbi l’obesità.
L’importanza dell’equilibrio
Fondamentale per il benessere psicologico e fisico è riuscire a mantenere il corretto equilibrio.
Rispetto all’alimentazione ci sono dei modelli legati al mangiar sano che possono aiutarci, come la PIRAMIDE ALIMENTARE.
Ci sono alimenti che vanno consumati quotidianamente, alimenti invece che è bene consumare solo alcune volte a settimana mentre altri occasionalmente o in piccole quantità, questi ultimi sono per lo più cibo spazzatura che invece tendiamo a ricercare quando ci sentiamo sotto stress o in situazioni emotivamente difficoltose.
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Tania Morelli
Nata a Trento nel 1990, dopo la laurea in Studi Internazionali ha scelto di modificare il proprio percorso e si è avvicinata alla psicologia. Durante un periodo in cui ha vissuto in Germania si è interessata all’integrazione degli italiani nel Paese, argomento della sua tesi di laurea con la quale si è laureata in Psicologia clinica presso l’Università degli Studi di Torino nel 2017. L’interesse per la giurisprudenza l’ha portata a concludere un Master in Psicologia Giuridica presso l’ITAT di Torino e dal 2019 collabora con il Tribunale di Trento come consulente psicologo. Tania è specializzanda in psicoterapia dinamica integrata presso il Centro Psicologia Dinamica di Padova.
Si è avvicinata al mondo delle dipendenze grazie al tirocinio post lauream ed attualmente lavora presso la Comunità Terapeutica la Casa di Giano