Val Manez e Monte Iron

Informazioni base:

Itinerario:

Questa volta decidiamo di fare un giro abbastanza facile che sale dalla selvaggia val Manez e corre lungo la dorsale sud-ovest del Monte Iron per raggiungerne la croce di vetta. Il panorama da questa elevazione è molto ampio e la sua posizione di “pilastro d’angolo” tra la val d’Algone e la Busa di Tione di Trento la rendono un ottimo punto di osservazione su Bleggio, Lomaso, Gruppo di Brenta Meridionale, Alta val del Chiese, Busa di Tione e Gruppo Adamello – Presanella. Un giro adatto anche alle famiglie visto il dislivello non eccessivo.

Partiamo dunque da Casa di Giano con il nostro piccolo gruppo di Trekking Terapia con alla guida i nostri fedeli accompagnatori Oreste e Maria Cristina. Raggiungiamo il paese di Preore tra il paese di Saone e Tione di Trento percorrendo la Gardesana, ss245bis, la ss237 del Caffaro e poi la sp53.

Una volta raggiunto Preore imbocchiamo la strada per il passo Daone – Montagne e saliamo per circa 6 km di strada ripida fino ad arrivare alla piccola frazione di Binio. Entriamo, dunque, in paese che, come le altre frazioni della valle, conserva ancora le tipiche costruzioni alpine con i grandi ballatoi in legno e i portali in granito, e proseguiamo così per la val Manez, percorsa dal rio omonimo.

Raggiunta la colonia, dove la strada diventa sterrata proseguiamo diritto, superiamo due tornanti ed al bivio presso la vasca dell’acquedotto parcheggiamo il nostro Talento a 1260 mt.

Pronti fisicamente per affrontare la salita in cima, lasciamo il nostro mezzo a motore e imbocchiamo la strada diritta con cartello Sat. La percorriamo per circa un chilometro fino ad arrivare nei pressi di un piccolo ponte posto sulla destra. Attraversato, proseguiamo lungo la strada sterrata che inizialmente guadagna leggermente quota e poi  arriviamo all’inizio della cresta sud-ovest, poco a monte della bella e verdeggiante località Ancis. Dove la strada finisce prendiamo sulla sinistra il sentiero che conduce in vetta, seguendo pari pari la lunga e poco difficile cresta-dorsale dove il panorama si fa più maestoso.

Raggiungiamo la croce di vetta del monte Iron a quota 1864 mt. dopo una salita un po’ ripida, faticosa, da farci pentire della scelta domenicale. Quassù facciamo una meritata sosta, sia per tirare il fiato e rifocillarci un po’ con i panini preparati dalla cucina della nostra comunità sia per ammirare ancora meglio il panorama offerto da questo invidiabile punto d’osservazione.

Il monte Iròn (in dialetto trentino significa Airone o Irone) prende lo stesso nome del borgo di origini medievali alle sue pendici. La sua storia è particolare e merita di essere conosciuta. Iròn, infatti, spopolato in seguito alla terribile peste del 1630 (la stessa raccontata dal Manzoni ne “I Promessi Sposi”) è stato conservato così come era quasi 400 anni fa con un impianto urbanistico ed architettonico caratterizzato da pietra e legno.

Poi, percorrendo la stessa strada fatta in salita, abbiamo intrapreso la discesa.

Arrivati al parcheggio abbiamo ripreso il nostro mezzo a motore e, prima di ritornare a Casa Giano, abbiamo fatto una capatina al lago di Nembia, vicino di casa del lago di Molveno. Dal colore spettacolare e cristallino è questa una riserva di pesca in cui è facile individuare subito trote grandissime.

E così dopo una bella rinfrescata ritorniamo a casa a riposare e ad aspettare la prossima camminata.