10 ottobre 1984
Un gruppo di genitori dell’Associazione Famiglie Tossicodipendenti e un gruppo di volontari appartenenti al Movimento dei Corsillos di Cristianità e don Antonio Busacca, ci siamo trovati davanti al notaio Gessi, in via Paradisi a Trento, per assistere alla fondazione del Centro Trentino di Solidarietà.
Mi ricordo che c’era anche Oscar che aveva già cominciato il tirocinio di formazione presso la Comunità del Ceis di Verona per prepararsi a questo grande impegno.
Eravamo pieni di speranza, specialmente noi genitori (fra i quali c’erano anche Tina e Piero Nerini e Bruna Avidano) che vedevano, nella fondazione di questo Centro, aprirsi uno spiraglio di salvezza per i nostri figli.
10 maggio 1985
Il Centro Trentino di Solidarietà entrava a far parte ufficialmente del Ceis di Roma e della Federazione Italiana delle Comunità Terapeutiche.
Intanto anche padre Alfredo Rizzi, Claudio Marcon, Maria Bauer, Donatella Piazza e Anna Divan, facevano tirocinio in varie comunità a Bolzano, La Spezia, Verona e frequentarono i corsi a Roma.
Si formò anche un primo Direttivo amministrativo e un presidente terapeutico nella persona di padre Alfredo Rizzi.
In aprile-maggio cominciarono i primi colloqui, e i primi gruppi genitori si formarono a Trento in via delle Orfane, a Rovereto a Palazzo Balista, e a Riva del Garda in via Ardaro.
2 settembre 1985
Inizio ufficiale dell’Accoglienza “La Zattera” in corso 3 Novembre a Trento, in due stanze prestateci dalla Parrocchia del Santissimo, adiacenti la chiesa di S. Chiara.
Cominciò veramente una grande avventura meravigliosa. All’inizio, il primo gruppo era composto da tre ragazzi: Luciano di Trento, Rudi e Claudio di Riva del Garda.
Bisognava però raccogliere dei fondi per contribuire alle spese della formazione degli operatori, che lavoravano e si accontentavano di quello che il Centro poteva disporre per gli stipendi. Per questo venne organizzata una lotteria mentre gli appartenenti al Movimento dei Corsillos, che ci erano vicini con le loro offerte, nelle Parrocchie del Trentino si erano tassati. Una volta al mese arrivavano queste offerte che ci permettevano di portare avanti il lavoro incominciato.
23 novembre 1985
Presentazione del Centro Trentino di Solidarietà – La Zattera – di Progetto Uomo alle Autorità e alla popolazione di Trento.
All’Auditorium Santa Chiara, don Antonio, padre Alfredo, Oscar, Claudio, Donatella, Maria, Anna, i primi operatori, presentarono il Programma di Progetto Uomo e si presentarono. Poi due ragazzi: Lorenzo di Trento e Sandro di Roncegno che avevano frequentato il Programma a Verona, portarono la loro esperienza e la loro testimonianza, e Sandro ci comunicò che aveva deciso di fare l’operatore.
Il primo Natale del Centro, 1985, lo festeggiamo, nella palestra dei Sordomuti in via Piave a Trento. Eravamo un gruppetto di genitori e cinque ragazzi che assieme agli operatori ci allietarono con delle scenette gustose e delle canzoni. A noi genitori non sembrava vero vedere i nostri figli allegri che cantavano e dicevano battute scherzose Alla fine non mancarono nemmeno i dolci delle mamme e gli auguri di buon proseguimento.
I ragazzi intanto erano diventati sei e poi otto. L’esigenza di aprire la Comunità divenne urgente perché i primi sei ragazzi (Luciano, Rudi, Claudio, Lorenzo, Nives, Antonio) erano decisi ed erano preparati per affrontare la seconda fase del Programma.
Don Antonio, padre Alfredo e il Direttivo si davano dunque da fare per trovare una casa che avrebbe accolto i ragazzi.
Non è stata un’impresa facile!
Era la primavera del 1986 e alla difficoltà di trovare una casa adatta per ospitare la Comunità.
Don Antonio, il direttivo del CTS, padre Alfredo, si davano da fare, e dopo varie ricerche e molte delusioni, il comune di Nomi o meglio l’Opera Romani, acconsentirono ad ospitarci in quella che sarebbe diventata “Villa Speranza”.
Era una parte della Casa di riposo non utilizzata in quel periodo.
Finalmente cominciamo a sperare!
Specialmente noi genitori che dopo tanti mesi di Accoglienza, vedevamo con gioia il proseguo della terapia dei nostri figli.
Intanto gli operatori si preparavano a questa nuova fase del programma, ed erano preoccupati per l’impegno grande che avrebbero dovuto affrontare.
La casa era tutta da pulire, e allora un gruppo di volontari, gli stessi che ci aiutavano anche finanziariamente, andarono a pulirla. Finalmente il 17 luglio 1986 alle ore 9 di mattina, il primo ragazzo entrava in Comunità, chiamata “Villa Speranza”. Quel ragazzo, Luciano, era mio figlio e, se mi permettete, vorrei in poche righe raccontarvi il mio stato d’animo di quel giorno.
Quella mattina Luciano era serissimo, preoccupato e non parlava- Io e mio marito col cuore in gola per l’ansia, non ci guardavamo. Se da una parte eravamo pieni di speranza, dall’altra la paura di un altro fallimento di nostro figlio ci bloccava. Arrivammo a Nomi. C’erano a riceverci quattro operatori: Claudio, Donatella, Anna e Andrea.
Non vi sto a descrivere come era la casa. In quel momento per me e mio marito era bella, perché rappresentava la speranza. Poi il sorriso degli operatori, che in quel momento erano più agitati di noi, ci mise a nostro agio, e mentre Luciano affrontava l’intervista, noi con Anna, l’operatrice, andammo a prendere la carne per il pranzo (che mi ricordo ancora erano delle braciole).
Dopo quattro ore ritornarono dall’intervista e ci trovammo in sala, ci comunicarono che Luciano aveva accettato e che sarebbe rimasto. Poi ci mettemmo in cerchio (eravamo in sette) e cantammo “Un giorno credi”; il mio cuore in quel momento sembrava si fermasse e le lacrime salirono agli occhi a me ed anche a Mario, mio marito; dopo tanta ansia forse era arrivato il momento di sperare.
Salutammo Luciano che era sempre molto serio e preoccupato e uscimmo da quella casa che significava una tappa nel cammino di nostro figlio verso la vita.
Nel pomeriggio dello stesso giorno alle 15, entrava in Comunità un altro ragazzo, Rudj di Riva del Garda. Il giorno dopo, sempre alle 9 di mattina, entrava una ragazza, Nives di Ledro, e nel pomeriggio alle 15, Claudio di Riva del Garda. Circa una settimana dopo ne entrarono altri due: Antonio di Trento e Lorenzo di Cembra, e per un po’ rimasero in sei in Comunità.
Nel frattempo in Accoglienza arrivavano altri ragazzi, Marco, Luciano, Norma, Bicio, Anna Maria, Roberto, Franco, Luciano.
A Natale in Comunità erano in dieci ed anche in accoglienza erano un bel numero.
Il Natale 1986, noi genitori fummo invitati in Comunità ad una festa, organizzata dai nostri ragazzi e vi posso assicurare che fu un giorno meraviglioso.
Eravamo dieci mamme, quattro papà e qualche fratello e sorella. Ci accolsero con tanta gioia e immaginatevi i nostri sentimenti. Erano di paura, di gioia, di ansia, di curiosità. Era una visita speciale perché nessuno di noi aveva fatto l’incontro speciale. Per questo eravamo agitatissimi noi ed anche i nostri figli.
Ci fecero visitare con grande orgoglio la casa, e potemmo constatare il lavoro che avevano fatto assieme a qualche volontario. Avevano lavorato moltissimo, la casa era cambiata, molto più allegra ed efficiente di come era all’inizio.
Noi genitori ci eravamo messi d’accordo e come regalo di Natale con 50mila lire per famiglia, avevamo comperato un set di pentole nuove, per la gioia del cuoco di turno.
Mangiammo uno spuntino insieme a loro, anzi serviti da loro, e poi ci allietarono con gustose scenette e canzoni.
Alla nostra partenza l’agitazione che avevamo all’inizio, si era trasformata in commozione e anche in un po’ di serenità, sempre accompagnata, però, da tanta speranza.
14 Commenti. Nuovo commento
Una bellissima testimonianza che ha dato origine a uno dei più importanti centri aderenti alla nostra federazione, la Fict, che oggi con le sue decine di comunità in Italia, e fedele alla filosofia fondante di “progetto uomo” rappresenta una delle realtà più rappresentative dell’impegno del privato sociale nel contrasto ad ogni forma di dipendenza patologica. Un grazie ed un grande abbraccio anche da noi del centro Ceis di Pistoia.
Grazie Franco
È stato bello leggere questa storia così ricca. Vivendo e avendo usufruito anch io di questa famiglia, della solidarietà e degli supporti che offre senza chiedere nulla in cambio se non impegno e onestà e lealtà, mi sento fortunato e in parte esserne un pezzetto anch io xche non c è niente di più bello, quando ci si sente pronti offrire un piccolo contributo e magari aiutare con una parola e un ascolto chi all inizio entra e si sente in difficoltà. Ringrazio Antonio, Lucia, Irene, Oscar e ai tanti altri che non conosco ma che mi hanno aperto la porta e accolto senza nemmeno chiedermi chi ero né da dove venivo. Ora però lo sanno e insieme, credo e spero di continuare a camminare insieme..
Grazie Andrea per la tua condivisione
Cara Lucia, quanta emozione nel leggere questo tuo scritto! Ho rivisto tutti quegli anni vissuti insieme: gioie, fatiche e soprattutto incontri con tanti ragazzi che hanno lasciato un profondo segno dentro di me. Anche con i genitori ho condiviso tante emozioni. Insomma anni indimenticabili. Grazie Lucia un abbraccio.
Donatella
Grazie Lucia mi hai aperto il cuore … grazie per questo scritto , mi hai fatto ricordare tutto il mio percorso fatto di dolore e soddisfazioni . Grazie … tvb…grande Donna….
Grazie per la tua condivisione
Che ricordi! Quanta vita passava in quella casa, ricordo ancora l’emozione di entrare e trovare quello che ognuno di noi cercava, amore, amicizia fiducia e infine speranza.Poi il resto della storia la conosciamo, noi, che siamo ancora qui.Abbiamo sognato, poi quello che allora per noi era il futuro ci ha provato, sono venuti gli anni bui, ma il mio cuore fa’ ancora salti di gioia a sentire questa bellissima avventura..
Giorgio
Lacrime di tenerezza e nostalgia per quei tempi, era la casa dei sentimenti veri dovevi buttarlo fuori il dolore che avevi dentro e così siamo diventati una famiglia numerosa
Ringrazio ogni giorno per questa esperienza che mi ha colmato d’amore.Poi il futuro non ci ha reso le cose facili, ma per me è ancora come allora tutti assieme.
Grazie Giorgio, mi piace che tu abbia chiamato la ” casa dei sentimenti” Villa Speranza. È stata anche per me un’esperienza indimenticabile. Ho sicuramente fatto tanti errori, ma di una sola cosa sono sicuro: vi ho voluto bene pur essendo un rompiscatole. Un abbraccio Oscar
Ciao..grazie .grazie ..ad ascoltare queste parole ..è stato un momento intenso colmo di lacrime…ho rivissuto quegli anni.. indimenticabile. Sono stato fortunato e ne sono orgoglioso e fiero.di aver incontrato conosciuto delle grandi persone …ho un dolore che mi riporta alla mia mamma e mi porta a mio figlio aspetto impotente e arriverà anche per lui questo Momento lucia Oscar Roberto vi.. voglio bene..grazie
Ciao a tutti!
Io sono grata e sarò grata per sempre ad Oscar Setti, don Antonio, Lucia Saltori, Lidia Micheletti, e tanti altri per avermi salvato la vita.
Belli i ricordi della Comunità! Tante cose restano indelebili nel mio cuore.
Chiara
Cara Lucia quanti ricordi…come in una macchina del tempo mi hai riportato a quel periodo in cui cercavo risposte e sensazioni attraverso la droga. Nel buio più profondo, incapace di reagire, di pensare, e di vivere. Io a te devo molto, mi hai accolto a casa tua come un figlio, in quel periodo più difficile della mia vita. E da quel momento che è incominciato il mio cambiamento, la mia rivincita verso me stesso, e gli altri. Ho imparato a conoscere sensazioni, emozioni, valori nuovi, sentimenti nascosti e ritrovati. La voglia di vivere. Nonostante non stia passando un grande periodo, non mi sono mai più avvicinato a quel mondo. Un grosso abbraccio Roberto
Non so come ho fatto a farmi sfuggire questa testimonianza. Un racconto incredibile, che mi ha fatto tornare indietro nel tel tempo. Sono fiera di aver avuto la possibilità di conoscervi tutti, sono fiera di aver frequentato lo stesso programma nell’anno 1989. E a te Lucia dico che sei una persona formidabile. La tua forza e il tuo credo nella riuscita l’abbiamo ricevuta tutti noi in accoglienza con te. Ovviamente ricordo tutti gli operatori citati con grande affetto, tra questi il tuo Luciano. Grazie a tutti voi di avermi ridato una vita. Con tanto affetto Cristina